1978 – Marcello Venturoli
Ritratti clandestini: Claudio Verna, “II Giornale”, Milano, 3 novembre 1978
Forse Claudio Verna è il più tipico e il più a «tutto tondo» fra i pittori che hanno cominciato ad avere successo nel 1970 e che lo hanno mantenuto ed ampliato in questo quasi decennio: basterebbe il secondo traguardo biennalino di adesso, oltre che la mostra personale alla Marlborough l’anno scorso: e poi la fraterna stima di artisti italiani e stranieri sulla breccia internazionale prima di lui, da Dorazio a Smith, il fatto di costituire, insieme con Battaglia, Olivieri, Guarneri, Gastini, Griffa (Raciti e Vago sarebbero i «cugini» della loro famiglia, non ortodossi, pittori d’avventura; ma Raciti, come scrissi più si straluna e si diversifica, più è lui) una linea operativa ben precisa, chiamata in varia guisa «neo pittura», autonomismo cromatico, anti-quadro del nuovo spazio visitato, serialismo qualitativo, esperienza del dato non acquisito e del far pittura via via, opera come antirealtà – ovviamente di una realtà che ha fatto il suo tempo – etc. etc.